venerdì 14 agosto 2009

Top five estiva

1- Freedom, Richie Havens, schitarrate liberatorie
2- Going up the country, Canned Heat, per saltellare ridendo in modo ebete
3- My Generation, The Who, da cantare in bici tra un samaforo rosso e una vecchietta urlante
4- Wake up, Arcade Fire, OOOOOoooooooooooooOOOOOOOOOoooooo
5- No surpsises, Radiohead per ricordare i tempi andati..

E mo?


"Cosa farai DOPO?" "Credo di iscrivermi a Scienze Politiche ma ancora devo decidermi bene..."
"Ah, allora auguri..." "Anche a voi, arrivederci" .
Tana libera tutti! Baci e abbracci e via per sempre dalla grigia ma protetta vita da liceale.
Il 9 luglio, dopo un colloquio orale più simile a una chiacchierata ruffiana e stanca tra amici che a un esame vero e proprio, ho lasciato il famigerato Pascoli. Dietro di me sento ancora il ticchettare delle unghiette laccate della presidentessa di commissione, lo sguardo pazzoide della tipa di italiano camuffata da canarino Titti e il ciabattio del prof di filosofia(veniva dall'aereonautico, che grand uomo!!). Ma veniamo ai saluti.
Un doveroso Ciao va ai minuscoli corridoi della succursale, alla macchinetta del caffè che mi ha consolato con i suoi cappuccini zuppi di colorante e sapone tra la quarta e la quinta ora, alle custodi con cui ho spettegolato per ore sui fatti più insulsi, alla terrazza assolata o piovosa e ai suoi immancabili ragnetti rossi, ai collettivi andati bene e a quelli mai esistiti, ai giornalini scolastici nati morti e a quelli mai pubblicati, al caschetto liscio e ipocrita della preside ("perchè ci vuole feedback ragazzi....ma vai ner..........), ai consigli d'istituto interminabili, agli attivi presi solo per ripassare e a quelli per urlarsi contro, alle forche, alle interrogazioni e ai temi della Rossa, ai compiti di matematica passati, ai miei amati e odiati compagni, alle ruffianate, ai lettori d'inglese rimasti nel '68, agli sguardi satanici e rossi delle prof di francese, al gesticolare sognante del Bardò, ai teatrini quattrocenteschi invasi da orde di studenti ignoranti e rumorosi, alle gite "sbazzanti", alle cotte impossibili per i compagni di classe, alle battaglie all'"ultimo ideale", alle domande strategiche per perdere tempo, a quelle campanelle benedette che salvano da interrogazioni lampo, ai succhini della Gigiona e alle sciarpe improbabili della Gacci, agli occhiacci folli della Coccodè, non ho ancora capito come si chiamasse la mia prof di spagnolo!! E un ultimo ciao ai pomeriggi fumosi e improvvisi nelle aule della sede, ai calci contro il muro del bagno, alle primine arrapate, alla pizza rancida dell' Esselunga, alle assemblee a alle scomodissime cabine telefoniche, ai manifestini fascisti staccati dalla facciata della sede e finalmente un addio contento, sconcertato, insicuro e soddisfatto al mio Liceo Pascoli!!
Ed ora il futuro mi attende...uh.