E come potevamo noi cantareCon il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Salvatore Quasimodo
3 commenti:
Zoa mi manchi tanto anche teeee!!Fortuna che tra un paio di ore ci si vede...e questa volta il thè me lo piglio anch'io!
E che palle zo! Sempre lo stesso post...diobono tutte le volte che mi dico: "via, vediamo un po' la zoe che ha pubblicato recentemente" c'è questo cazzo di post con una fottutissima poesia di Quasimodo...IO OOOOOOODIO QUASIMODO!!!!!!!!!
Isa (sempre più fine)
Ricordati Isa che se odi Quasimodo, Quasimodo odia te!!
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