venerdì 26 ottobre 2007

Povera Pergola...

La voglia di infangare il grande e fiero Cipland con racconti imbecilli e senza senso è troppa. Quindi inizio. Ieri io e la mia classe siamo andati alla pergola a vedere Moby dick. La rossa cattolica c'aveva detto di vestirci eleganti e quindi c'eravamo tutti agghindati a festa, ragazze in tacchi (io in stivali ovviamente) e mascul in completo..che visioni.
C'era la cosidetta Firenze-bene, quindi signori in panciotto e ombrello e signore in visone e capelli a zucchero filato in testa. Si spengono le luci e si fa buio in sala. Così nel silenzio più totale si sentono gli stridolii immancabili dei miei compagni e tra risate e occhiate furtive inizia lo spettacolo. Lo ammetto, il tanto aspettato Mobydick, almeno a teatro, è un pacco allucinante. Io ho resistito per la prima mezz'ora poi notando che anche gli altri spettatori si muovevano e bofonchiavano sulle sedie sono entrata nello Zondo (per chi non lo sapesse il mio mondo...).
Ho cominciato a vedere signorotti in tuba, marinai che si passavano piatti di ceramica e calici di cristallo a mo' di frisby, gambe di legno..per poi scoprire che il mio mondo si era magicamente trasferito sul palco.
Dopo poco, sono stata svegliata da uno strano rumore di ferraglia. Il tacco a spillo della mia compagna accanto si era incastrato nel coperchio del tombino sotto il suo sedile e così lo stava strusciando rovinosamente sul pavimento tanto da risvegliare tutti gli spettatori in sala che finalmente avevano qualcosa di interessante da vedere. Ovviamente chi poteva risolvere questo terribile problema? Ma certamente Cip! Infatti prendendo subito in mano la situazione ho scastrato con successo il tacco dal tombino senza curarmi però di far piano. Infatti il famoso coperchio è piombato a terra frantumandomi il piede e provocandomi occhiate gufesche dagli altri spettatori. Perfetto. Gli attori, incuranti di cosa stava succedendo in sala, andavano avanti con i loro monologhi e citazioni letterarie...senza capire che ormai l'attenzione era rivolta ai buffi ragazzi che sedevano nelle ultime file della platea. Ieri ,per la prima volta, ho amato la mia classe.


1 commento:

Ciap ha detto...

Uhm, incoraggiante la tua descrizione... Mo' vedremo...